1 Juudan kuninkaan Jojakimin, Josian pojan, hallitusajan alussa Jeremialle tuli tämä Herran sana.

3 Kenties he kuuntelevat sinua ja kääntyvät pois pahoilta teiltään. Jos näin tapahtuu, minä muutan mieleni ja säästän heidät onnettomuudelta, jolla olen aikonut rangaista heitä heidän pahojen tekojensa tähden.

5 Kuulkaa palvelijoitani, profeettoja! Yhä uudelleen olen lähettänyt heitä teidän luoksenne, vaikka te ette ole suostuneet heitä kuuntelemaan.

7 Papit, profeetat ja koolla ollut väki kuulivat kaiken, mitä Jeremia puhui Herran temppelissä.

10 Kun Juudan johtomiehet kuulivat tästä, he lähtivät kuninkaan palatsista temppeliin ja asettuivat istumaan Uuden temppeliportin sisäpuolelle.

13 Kääntykää vääriltä teiltänne, hylätkää pahat tekonne ja kuulkaa Herraa, Jumalaanne! Silloin Herra muuttaa mielensä ja säästää teidät onnettomuudelta, jolla hän teitä uhkaa.

14 Minä olen teidän käsissänne. Tehkää minulle niin kuin hyväksi näette.

17 Paikalla oli myös muutamia Juudan vanhimpia, ja he astuivat esiin ja sanoivat kaikkien kuullen:

19 Tappoivatko kuningas Hiskia ja Juudan kansa Miikan? Eikö kuningas päinvastoin pelännyt Herraa ja rukoillut häntä leppymään? Niin Herra muutti mielensä ja säästi heidät tuholta, jolla hän oli heitä uhannut. Me olemme nyt syöksemässä itsemme suureen onnettomuuteen.

20 Jeremian aikana toimi toinenkin mies Herran profeettana. Hän oli Uria, Semajan poika, kotoisin Kirjat-Jearimista. Hän puhui Jerusalemin kaupungista ja tästä maasta aivan samalla tavalla kuin Jeremia.

21 Kun kuningas Jojakim sekä hänen sotapäällikkönsä ja johtomiehensä kuulivat, mitä Uria puhui, kuningas yritti saada hänet käsiinsä tappaakseen hänet. Mutta saatuaan tietää tästä Uria lähti peloissaan pakoon ja tuli lopulta Egyptiin.

22 Silloin kuningas Jojakim lähetti Elnatanin, Akborin pojan, ja hänen lisäkseen muutamia muita miehiä hänen peräänsä.

23 He noutivat Urian Egyptistä ja toivat hänet kuningas Jojakimin eteen. Tämä käski tappaa hänet miekalla ja heittää hänen ruumiinsa köyhien hautaan.

24 Mutta Jeremialla oli suojelijanaan Ahikam, Safanin poika. Siksi hän ei joutunut kansan käsiin tapettavaksi.

1 Nel principio del regno di Joiakim figliuolo di Giosia, re di Giuda, fu pronunziata questa parola da parte dell’Eterno:

2 Così parla l’Eterno: "Presentati nel cortile della casa dell’Eterno, e di’ a tutte le città di Giuda che vengono a prostrarsi nella casa dell’Eterno tutte le parole che io ti comando di dir loro; non ne detrarre verbo.

3 Forse daranno ascolto, e si convertiranno ciascuno dalla sua via malvagia; e io mi pentirò del male che penso di far loro per la malvagità delle loro azioni.

4 Tu dirai loro: Così parla l’Eterno: Se non date ascolto, se non camminate secondo la mia legge che vi ho posta dinanzi,

5 se non date ascolto alle parole de’ miei servitori, i profeti, i quali vi mando, che vi ho mandati fin dal mattino e non li avete ascoltati,

6 io tratterò questa casa come Sciloh, e farò che questa città serva di maledizione presso tutte le nazioni della terra".

7 Or i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che pronunziava queste parole nella casa dell’Eterno.

8 E avvenne che, come Geremia ebbe finito di pronunziare tutto quello che l’Eterno gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo presero, dicendo: "Tu devi morire!

9 Perché hai profetizzato nel nome dell’Eterno dicendo: Questa casa sarà come Sciloh e questa città sarà devastata, e priva d’abitanti?" E tutto il popolo s’adunò contro Geremia nella casa dell’Eterno.

10 Quando i capi di Giuda ebbero udite queste cose, salirono dalla casa del re alla casa dell’Eterno, e si edettero all’ingresso della porta nuova della casa dell’Eterno.

11 E i sacerdoti e i profeti parlarono ai capi e a tutto il popolo, dicendo: "Quest’uomo merita la morte, perché ha profetizzato contro questa città, nel modo che avete udito coi vostri propri orecchi".

12 Allora Geremia parlò a tutti i capi e a tutto il popolo, dicendo: "L’Eterno mi ha mandato a profetizzare contro questa casa e contro questa città tutte le cose che avete udite.

13 Or dunque, emendate le vostre vie e le vostre azioni, date ascolto alla voce dell’Eterno, del vostro Dio, e l’Eterno si pentirà del male che ha pronunziato contro di voi.

14 Quanto a me, eccomi nelle vostre mani; fate di me quello che vi parrà buono e giusto.

15 Soltanto sappiate per certo che, se mi fate morire, mettete del sangue innocente addosso a voi, a questa città e ai suoi abitanti, perché l’Eterno m’ha veramente mandato a voi per farvi udire tutte queste parole".

16 Allora i capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: "Quest’uomo non merita la morte, perché ci ha parlato nel nome dell’Eterno, del nostro Dio".

17 E alcuni degli anziani del paese si levarono e parlaron così a tutta la raunanza del popolo:

18 "Michea, il Morashtita, profetizzò ai giorni d’Ezechia, re di Giuda, e parlò a tutto il popolo di Giuda in questi termini: Così dice l’Eterno degli eserciti: Sion sarà arata come un campo, Gerusalemme diventerà un monte di ruine, e la montagna del tempio, un’altura boscosa.

19 Ezechia, re di Giuda, e tutto Giuda lo misero essi a morte? Ezechia non temette egli l’Eterno, e non supplicò egli l’Eterno sì che l’Eterno si pentì del male che aveva pronunziato contro di loro? E noi stiamo per fare un gran male a danno delle anime nostre".

20 Vi fu anche un altro uomo che profetizzò nel nome dell’Eterno: Uria, figliuolo di Scemaia di Kiriath-Jearim, il quale profetizzò contro questa città e contro questo paese, in tutto e per tutto come Geremia;

21 e quando il re Joiakim, tutti i suoi uomini prodi e tutti i suoi capi ebbero udito le sue parole, il re cercò di farlo morire; ma Uria lo seppe, ebbe paura, fuggì e andò in Egitto;

22 e il re Joiakim mandò degli uomini in Egitto, cioè Elnathan, figliuolo di Acbor, e altra gente con lui.

23 Questi trassero Uria fuori d’Egitto, e lo menarono al re Joiakim, il quale lo colpì con la spada, e gettò il suo cadavere fra le sepolture de’ figliuoli del popolo.

24 Ma la mano di Ahikam, figliuolo di Shafan, fu con Geremia, e impedì che fosse dato in man del popolo per esser messo a morte.